Intermedia
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Da 13°C a 29°C
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Elevata da sole indiretto
22000 a 33000 lux
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50%
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Ben bagnate durante la crescita. In estate anche 2 / 3 bagnature a settimana
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Bilanciato
Mezza dose di 20-20-20 NPK per ogni bagnatura
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[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Media e rinvaso” box_type=”animated” image=”ss-macchiato” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″]
Vasi con terra
Ogni 2/3 anni
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No
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Passate con il cursore sulle caselle per girarle e svelarne il contenuto; le caselle piu’ piccole non hanno dei dettagli da svelare
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Calanthe è un genere di circa 200 specie terrestri che sono distribuite in una vasta area attraverso i tropici (Australia, Africa e America Centrale) ma che sono concentrate in gran parte in Asia (soprattutto Giappone e sulle isole del pacifico).
Il primo ibrido, la Calanthe Dominii fu creata nel 1853 e divenne ben presto un genere molto popolare come orchidea di casa durante l’era vittoriana tanto che venne comunemente coltivata dai “non coltivatori di orchidee”.
Ci sono due tipi di Calanthe, un tipo che ha generalmente dei grossi e argentei pseudobulbi con foglie che cadono in autunno e richiedono un assoluto riposo durante l’inverno; al secondo tipo appartengono le Calanthe sempreverdi che non hanno pseudobulbi o che sono quasi inconsistenti che generalmente tengono le proprie foglie per diverse stagioni e richiedono costante umidità durante tutto l’anno; quanto seguirà riguarda esclusivamente le specie del primo tipo, cioè le Calanthe decidue. In coltivazione si trovano diverse specie di Calanthe decidue come C. vestita, C. rosea, C. regnieri e C. cardioglossa che sono tutte molto belle e dalle quali sono stati creati molti ibridi di grande effetto e bellezza. Le specie di Calanthe hanno poi una infinita varietà di colori e loro sfumature che vanno dal bianco puro al rosso cupo passando per tutti i loro toni e anche con soggetti bicolori. Tutte le specie sono molto facili da curare.
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Le Calanthe decidue sono native delle foreste tropicali dell’Asia, molto umide in primavera ed estate e con l’autunno e l’inverno secchi, crescono nelle foreste, nell’humus delle radure e in tutti i posti luminosi dove si raccolgono detriti vegetali decomposti; in coltivazione sarebbe bello ricostruire le condizioni naturali in modo da ottenere il meglio della crescita e delle fioriture.
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Le bagnature sono molto importanti, bisogna mantenere le piante molto umide costantemente dall’apparizione delle nuove vegetazioni fino a tutto Settembre quando le foglie incominciano a ingiallire, da questo momento ridurre l’acqua e bagnare solo a terra asciutta fino a quando le foglie seccheranno e cadranno, a questo punto sospendere le bagnature fino a che compariranno gli steli da fiore; durante la loro crescita inumidire leggermente la terra. I fiori dureranno parecchie settimane, poi all’apparire delle nuove vegetazioni sarà̀ il momento dei rinvasi e delle divisioni e di riprendere le bagnature fertilizzate regolari, in genere verso l’inizio Primavera.
Ricordiamo una volta ancora di tenere ben bagnate le piante durante la crescita e che in estate è bene fare le annaffiature anche 2 o 3 volte la settimana, inoltre è importante evitare di versare acqua nel mezzo delle nuove vegetazioni fin che le foglie siano bene aperte, pena l’immediato inizio di annerimento da marcescenza delle foglie. Se ci saremo attenuti a quanto sopra detto avremo il piacere di godere della rigogliosità di questo genere di orchidee, sia per le splendide foglie a forma di palma lunghe dai 30 ai 70 cm, sia per i lunghi rami fioriti portanti dai 7 ai 15 fiori, mentre gli ibridi avranno fioriture molto più abbondanti.
[/spb_text_block] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Fertilizzazioni” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]
Le fertilizzazioni devono tenere il passo delle bagnature: leggere e regolari dall’apparizione delle nuove vegetazioni fino a tutto Settembre quando le foglie incominciano a ingiallire, da questo momento sospendere la concimazione fino all’apparire delle nuove vegetazioni quando sarà̀ il momento dei rinvasi e delle divisioni e di riprendere le bagnature fertilizzate regolari, in genere verso l’inizio Primavera.
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Uno dei segreti per una buona coltivazione delle Calanthe e il rinvaso. Dopo la fioritura gli pseudobulbi dell’anno precedente incominciano ad emettere le nuove vegetazioni, una o due per pseudobulbo, che in due o tre anni satureranno il vaso e poiché gli pseudobulbi di Calanthe hanno l’assoluta necessità di terra diventa necessario il rinvaso ed eventualmente la divisione. Per prima cosa si estrae la pianta dal vecchio vaso avendo cura che sia ben asciutto, per fare ciò̀, basta premere delicatamente sui lati del vaso che capovolto lascerà̀ uscire la pianta che noi avremo cura di non far cadere. A questo proposito ricordiamo che esistono in commercio delle polveri a doppio effetto ormonale/fungicida da utilizzare per i rinvasi di tutti i tipi di orchidee.
Dividete la pianta avendo cura di eliminare gli pseudobulbi di oltre due anni di età̀, fate questo con molta cura e circospezione anche se la rottura di qualche radice attiva sarà̀ inevitabile; l’importante è che la terra sia asciutta, perché̀ in caso contrario, l’umidità favorirebbe l’aggressione di marciume e funghi sulle radici contuse.
Avremo nel frattempo preparato il composto in cui mettere a dimora i nostri pseudobulbi che avremo appena ripulito delicatamente dal vecchio composto ed eventualmente diviso, naturalmente sulla composizione del substrato in cui dimorare le nostre Calanthe esistono diverse scuole di pensiero, noi vi proponiamo la seguente: Strato drenante assente, 1 parte di humus, 1 parte di torba, 1 parte di stallatico di mucca maturo; a questo composto base si possono aggiungere dello sfagno, della perlite e del bark fine a piacere ma in dosi moderate, consigliamo anche di non usare vasi con un diametro inferiore ai 15 cm.
Dopo aver preparato il fondo con 2/3 centimetri di composto, collocare gli pseudobulbi in modo che tocchino il fondo, quindi aggiungere dell’altro composto per altri 3/4 centimetri agitando delicatamente gli pseudobulbi in modo da far penetrare il composto fra le radici; a questo punto aggiungere intorno un strato di cortecce di pino di piccola pezzatura e premere delicatamente ma con fermezza sopra le cortecce in modo da fermare bene la pianta a dimora, infine terminare con l’aggiunta del composto fino ad arrivare al bordo del vaso lasciando gli pseudobulbi liberi dal composto. Dopo il rinvaso non bisogna in alcun caso bagnare il composto perché̀ l’assenza di radici attive favorirebbe processi di marcescenza delle radici stesse. Attendere quindi che le nuove vegetazioni abbiano raggiunto almeno l’altezza di 4 cm.
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