[blank_spacer height=”30px” width=”3/4″ el_position=”first”] [spb_single_image image=”8417″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” width=”1/4″ el_position=”last”] [spb_single_image image=”9043″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” width=”1/3″ el_position=”first”] [spb_single_image image=”9040″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” width=”2/3″ el_position=”last”] [spb_text_block title=”Descrizione generale” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

l gruppo di orchidee ora chiamato Tolumnia era un tempo chiamato Oncidium sezione Variegata o comunemente indicato come Oncidium equitans. Le piante sono piccole, generalmente epifite, con pseudobulbi piccoli, o addirittura assenti, completamente coperti da foglie triangolari o circolari in sezione trasversale che raramente superano i 10 cm; sono disposte a coppie sovrapposte alla base e assomigliano a un ventaglio (le foglie così sovrapposte determinano il termine latino equitans, letteralmente “andante a cavallo, che in botanica indica le foglie accavallate). La maggior parte delle specie produce crescite a brevi intervalli lungo i vari rizomi con il risultato di una crescita compatta e ammassata, ma alquanto disordinata. L’infiorescenza nasce alla base delle foglie; su piante più vecchie può essere ramificata e porta fiori colorati e molto appariscenti. I labelli generalmente sono di grandi dimensioni, ornati da calli di varie forme e disegni; la colonna reca ali prominenti che fiancheggiano lo stigma.

[/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/2″ el_position=”first”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Habitat” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

La Tolumnia variegata è originaria delle Grandi Antille ed è presente da Cuba alle Isole Vergini, ad eccezione della Giamaica. Questa specie cresce su rami, arbusti e piccoli alberi in un ambiente che varia dal secco a molto umido (a seconda delle zone di provenienza) da 0 m a 2000 m.

[/spb_text_block] [spb_text_block title=”Temperatura” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Essendo una specie da clima intermedio la temperatura media invernale notturna si mantiene a circa 16°/17° C, mentre quella diurna si aggira intorno ai 23°/24° C; l’escursione termica facilita la formazione delle infiorescenze. Le temperature estive devono essere non troppo elevate con punte massime di 26°/27° C (la pianta in questione è posta a ridosso della bocchetta di ingresso dell’aria fredda dell’impianto cooling).

[/spb_text_block] [spb_text_block title=”Luce” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Necessita di luce brillante mediante faretti a led con un fotoperiodo variabile dalle 11 ore nei mesi più freddi fino ad arrivare a 13/14 ore nel periodo estivo.

[/spb_text_block] [spb_text_block title=”Umidità” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Necessita di umidità ambientale media intorno al 75/80% per tutto l’anno con punte notturne anche del 90% regolata tramite un estrattore d’aria.

[/spb_text_block] [/spb_column] [spb_column width=”1/2″ el_position=”last”] [spb_single_image image=”9042″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_text_block title=”Acqua” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”first”]

La frequenza di irrigazione e la selezione del substrato sono strettamente integrate. L’obiettivo per una corretta coltivazione è quello di ottenere la giusta combinazione tra media delle irrigazioni e adeguata areazione con rapida asciugatura dell’apparato radicale. Nessun periodo di riposo, ma solo una leggera diminuzione delle innaffiature nel periodo invernale quando si lascia asciugare bene la zattera tra una nebulizzazione e l’altra.

[/spb_text_block] [spb_text_block title=”Fertilizzazioni” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/3″]

A ogni nebulizzazione in minime dosi stando attento a non superare mai i 200 μS per evitare di bruciare le radici.

[/spb_text_block] [spb_text_block title=”Ventilazione” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/3″ el_position=”last”]

Serve un forte movimento d’aria mediante ventilatori basculanti attivi per tutto l’arco della giornata che fanno asciugare velocemente la zattera e prevengono malattie di tipo fungino.

[/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/2″ el_position=”first”] [spb_single_image image=”9041″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_column width=”1/2″ el_position=”last”] [spb_text_block title=”Media e rinvaso” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Solitamente questo tipo di pianta si coltiva meglio montata su zattera (van bene corteccia di sughero, corteccia di sequoia o ramoscelli di vite) con una piccola quantità di sfagno tra le radici; si può anche pensare di montarla all’esterno di un vaso di terracotta (molto scenico l’effetto), ma in questo caso non sono ammessi errori di coltivazione.

[/spb_text_block] [spb_text_block title=”Altro – curiosità” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Rispetto ad altri generi, le Tolumnia sono state ibridate da poco tempo (circa una cinquantina d’anni). Il breve tempo che necessitano per raggiungere la maturità (circa due anni dall’impollinazione alla prima fioritura) ha permesso ai coltivatori di compiere progressi significativi in pochi anni. Gli ibridi che si trovano sul mercato oggi offrono una gamma sorprendente di colori e motivi non presenti nelle specie. Le loro dimensioni ridotte e la capacità di adattarsi a una varietà abbastanza ampia di condizioni le rendono adatte per la coltivazione sui davanzali o sotto le luci artificiali. La chiave per farle crescere bene è capire il loro habitat naturale. La maggior parte degli ibridi in commercio sono da considerarsi da clima intermedio/caldo e, come già detto precedentemente, necessitano di una buona circolazione d’aria (che fa asciugare velocemente le piante evitando possibili marciumi) e di umidità ambientale elevata.

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