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«Phytotaxa», vol. 432, n° 2, pp. 155-170, di Franco Pupulin e Günter Gerlach
Allo stato attuale, il genere Polycycnis è composto da 17 specie e presenta una forte relazione con il genere Kegeliella e il genere Soterosanthus. I tre generi condividono le infiorescenze pelose e in tutte il labello è diviso in ipochilo ed epichilo, anche se nel Soterosanthus questi non sono articolati. Se negli altri due generi la parte inferiore delle foglie è di color viola-rossastro, questa caratteristica nel genere Polycycnis è limitata alla Polycycnis pfisteri e a un’altra specie non ancora descritta. La ricerca moderna basata sulla biologia molecolare conferma la relazione tra questi tre generi. La distribuzione del genere Polycycnis si estende dall’Honduras alla Bolivia fino al Brasile. Le piante crescono geofite su letti soffici di humus o epifite, in foreste pluviali di pianura molto umide e piovose, con solo poche specie che arrivano ad altitudini fino a 1800 metri. La nuova specie Polycycnis grandiflora ha fiori molto grandi rispetto alle altre del genere Polycycnis, ha infiorescenze arcuate e pendenti che portano tra i 10 e i 14 fiori dai petali e sepali dal color rosa pallido fino al marrone chiaro con macchie di color rosso vivo. I fiori sono ricoperti da lunghi peli marroni, sono resupinati, di una delicata consistenza e di breve durata, ma molto vistosi. Il labello, lungo almeno 2,2 cm , è biancastro dai bordi di color verde pallido quasi giallastro con macchie di color rosso vino.
Pianta epifita, simpodiale, alta circa 50 cm, ha pseudobulbi ovoidali e fortemente nervati da giovani, che si restringono quando invecchiano, ricoperti da guaine triangolari che appassiscono con l’età. Gli pseudobulbi più vecchi sono per lo più senza foglie; le foglie sono plicate, distintamente picciolate, ampiamente ellittico-lanceolate.
La specie si trova nell’area compresa tra la Costa Rica centrale e il Panama centrale. Come tutte le specie di Polycycnis, la Polycycnis grandiflora è impollinata dai maschi delle api euglossine che sono attirati per la raccolta dei profumi floreali, in particolare dall’ape maschio Eulaema speciosa dalle dimensioni di un calabrone. Atterrando sull’epichilo del labello, utilizzando i peli su di esso cerca di accedere alla fonte del profumo alla base del labello. A causa del peso dell’ape, l’intero fiore si inclina verso il basso; in questo modo la colonna si avvicina al corpo dell’ape fino a pochi millimetri. Quando l’insetto lascia il fiore i pollinii sono incollati sotto lo scutello del torace dal lungo dente rostrellare. Secondo le osservazioni disponibili, il tasso di successo della rimozione dei pollinii non è particolarmente elevato e spesso l’ape può evitare il contatto con la colonna. Le altre specie di Polycycnis, che hanno il fiore più piccolo, sono impollinate da api più piccole del genere Euglossa dalla dimensione delle api che tutti conosciamo.
L’analisi chimica dell’aroma floreale ha mostrato che l’(E)-ocimene, un terpene, una molecola strettamente connessa al profumo, si trova in una quantità compresa tra il 21% e il 57%. Ancora più caratteristico dovrebbe essere l’epossido dell’(E)-ocimene, sebbene sia presente solo in concentrazioni dallo 0,6% all’1,2%. In un’altra ricerca condotta nella Mâta Atlantica in Brasile, è stato possibile verificare che questa sostanza è responsabile dell’interazione della Gongora bufonia e del Catasetum cernuum con i loro impollinatori. Un’altra sostanza rara è 6,10,14-Trimethylpentadeca-5,9,13-trien-2-one, cioè un altro terpene, che è stato verificato quasi esclusivamente in cinque specie del genere Polycycnis in concentrazioni dallo 0,1% al 19,4%; la Polycycnis grandiflora invece mostra nel suo aroma floreale concentrazioni di questa sostanza tra il 3,9% e l’8,5%. Sfortunatamente niente è noto sull’attrattività di questa sostanza, usata come esca per i maschi di api euglossine.
Il meccanismo di impollinazione di questa nuova specie è molto interessante tanto quanto i suoi gradevoli fiori profumati.
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