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Riassunto: Webinar organizzato dall’Associazione Lombarda Amatori Orchidee e tenutosi l’8 novembre 2020. Il tesoriere ALAO Marco Zuccolo ci introduce a delle affascinanti orchidee appartenenti alla vasta sottotribù neotropicale delle Pleurothallidinae: le Masdevallia.
Oltre a una panoramica sulla tassonomia ed ecologia, Marco suggerisce alcune note di coltivazione.

Abstract: Webinar organised by the Associazione Lombarda Amatori Orchidee and held on 8 November 2020. ALAO treauser Marco Zuccolo introduces us to some fascinating orchids belonging to the vast neotropical subtribe of the Pleurothallidinae: the Masdevallia.              In addition to an overview of taxonomy and ecology, Marco suggests some cultivation guidelines.

Le Masdevallia sono un genere di orchidee appartenente alla sottotribù delle Pleurothallidinae e si stima che circa 600 specie ne facciano parte. Il genere Masdevallia è organizzato in diverse sezioni e sottogeneri che raggruppano le diverse specie; tuttavia la tassonomia di questo genere è una questione ancora abbastanza complessa e piuttosto dibattuta. Diversi autori e diverse fonti ascrivono al genere un numero diverso di specie: data la vicinanza tassonomica ad altri generi e per via delle somiglianze morfologiche molte specie sono descritte con nomi diversi, a volte classificate come sottospecie o addirittura annoverate in generi diversi.
Inoltre, in tempi recenti con l’avvento delle tecniche di indagine molecolare, si è scoperto che il genere è polifiletico, ossia include specie che non originano da un progenitore comune, e per questo è stato oggetto di un notevole lavoro di revisione. È stato così smembrato e sono stati definiti diversi generi affini quali Dracula, Dryadella, Porroglossum o Trisetella e perfino molti sottogeneri di Masdevallia (per esempio Alaticaulia e Acinopetala) sono stati proposti per essere scorporati ed elevati al grado di genere.
Queste orchidee sono originarie del Centro e Sud America e il loro areale di origine va dal Sud del Messico fino alla Bolivia e ai territori brasiliani confinanti. Nonostante questo areale estremamente vasto,  molte delle Masdevallia note, se non la maggior parte, sono originarie dell’Ecuador e la ragione di questa grande biodiversità è da ricercare nelle peculiarità climatiche del paese. Nonostante il territorio ecuadoriano non sia particolarmente vasto, si possono individuare quattro regioni climatiche con climi e stagioni diversi e a volte in contrasto tra loro, influenzate dall’altitudine e dall’effetto delle correnti marine. L’esistenza di questa grande varietà di climi unita alla presenza delle cordigliere, che costituiscono imponenti barriere orografiche, ha portato alla formazione di numerosi microhabitat isolati con caratteristiche uniche. Di conseguenza la presenza di tutte queste barriere climatiche e orografiche è stata motore per la spinta evolutiva che ha dato origine all’estrema biodiversità

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MARCO ZUCCOLO
Si è laureato in Tecniche Erboristiche e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze per i Sistemi.

zuccolo

Alimentari con una tesi sulla sintesi di nuovi agrofarmaci.
Attualmente si occupa, come assegnista di ricerca, della sintesi di composti con attività antitumorale presso il dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell’Università degli Studi di Milano. Tesoriere ALAO dal 2019, ma coltiva orchidee dal 2010 in orchidario con illuminazione artificiale, è interessato in particolare nella coltivazione di Masdevallia e altre Pleurothallidinae.

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che caratterizza il paese. Purtroppo, questo patrimonio di biodiversità è caratterizzato anche da un’estrema fragilità: infatti molte specie di Masdevallia e di orchidee in generale esistono solo come popolazioni estremamente isolate e l’alto tasso di urbanizzazione che sta vivendo il paese mette molte specie a serio rischio di estinzione.
Le Masdevallia sono orchidee di montagna e, tolte alcune specie che vivono a basse quote, in condizioni climatiche più calde, la maggior parte è originaria delle cosiddette cloud forests e delle zone alpine della Cordigliera Centrale e Sudamericana; alcune specie crescono ad altitudini molto elevate e, in alcuni casi, l’areale di crescita si spinge quasi fino al limite delle nevi perenni. Le cloud forests, chiamate anche foreste nebulose o foreste pluviali montane superiori, sono un habitat caratteristico e casa di molte specie di orchidee.
Si tratta di foreste sempreverdi tropicali e subtropicali (alcuni autori classificano come cloud forests anche alcune foreste temperate e fredde, ma non c’è accordo sulla definizione) che perennemente o periodicamente, a seconda della parte del giorno o della stagione, sono coperte da una cortina di nuvole a livello della chioma degli alberi. Le cloud forests coprono circa l’1% della superficie forestale totale del pianeta e hanno, rispetto alle foreste che crescono a quote più basse, una minore biodiversità di specie arboree; quest’ultime presentano inoltre altezze più contenute e spesso una maggiore ramificazione rispetto agli stessi esemplari che si trovano ad altitudini inferiori. Tuttavia, nonostante la ridotta varietà di specie arboree, queste foreste sono caratterizzate da una particolare abbondanza e biodiversità di vegetazione epifita, comprese molte specie di orchidee.
A causa delle nubi e delle chiome dense e compatte la radiazione solare risulta molto ridotta. L’umidità dell’aria è alta e le chiome intercettano l’acqua contenuta nelle nubi che gocciola al suolo. Questo fenomeno viene chiamato precipitazione orizzontale

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o occulta e può contribuire in modo importante al ciclo dell’acqua.
L’abbondanza di acqua e la ridotta radiazione solare provocano una mineralizzazione della sostanza organica del suolo che quindi risulta essere piuttosto acido e ricco di humus e torba.
Conoscendo le peculiarità dell’habitat di origine è possibile spiegare le caratteristiche anatomiche e morfologiche delle Masdevallia. Queste, infatti, sono orchidee simpodiali epifite, litofite o terrestri caratterizzate da un corto rizoma da cui originano le vegetazioni prive di pseudobulbi. Questo è evidentemente un adattamento a vivere in un ambiente caratterizzato da disponibilità di acqua più o meno costante nel corso dell’anno, tale da rendere superfluo sviluppare organi destinati all’accumulo di risorse. Le nuove vegetazioni sono caratterizzate da un ramicaule (termine coniato dal botanico Carlyle August Luer per indicare il fusto delle orchidee appartenenti alla sottotribù delle Pleurothallidinae) generalmente più corto della foglia che porta. Le foglie sono generalmente erette, ma alcune specie, come per esempio la Masd. caesia, producono foglie pendule. Alla base del ramicaule si origina l’infiorescenza, generalmente eretta e portante uno o più fiori a seconda della specie. I fiori rappresentano forse l’elemento più distintivo e caratteristico di questo genere di orchidee. Sono caratterizzati da tre sepali particolarmente sviluppati e spesso riccamente colorati. I sepali sono fusi alla base a formare una struttura tubulare, detta tubo sepalino, più o meno accentuato a seconda della specie. Al contrario dei sepali particolarmente vistosi, i petali e il labello sono molto piccoli e callosi e sono nascosti insieme alla colonna all’interno del tubo sepalino.
La ragione di una struttura del fiore così peculiare è spiegata dalla necessità di favorire l’impollinazione: i fiori delle Masdevallia sono impollinati generalmente da insetti dell’ordine dei Ditteri (l’ordine che comprende le mosche) o più raramente da falene o colibrì. I sepali e il tubo sepalino che formano nel complesso una struttura più o meno imbutiforme servono per favorire all’impollinatore il raggiungimento della colonna. La colorazione brillante e vistosa dei sepali serve come elemento attrattivo, anche se il principale meccanismo di richiamo è la produzione di sostanze odorose.

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Nonostante questo, i fiori delle Masdevallia non sono famosi per il loro profumo, nella maggior parte dei casi sono definiti inodori o debolmente profumati, in quanto le sostanze odorose prodotte sono poco o per nulla percepite dall’olfatto umano. Esistono tuttavia alcune eccezioni, come la Masd. glandulosa e i suoi ibridi come la Masd. Confetti che producono fiori con un intenso profumo dolce e speziato, oppure le specie della sezione Coriaceae, che però producono fiori caratterizzati da odore sgradevole in quanto normalmente impollinate da Ditteri saprofagi.

Coltivazione
Le diverse specie di Masdevallia possono essere classificate in base alla temperatura di coltivazione in quattro categorie.
I coltivatori anglosassoni dividono le Masdevallia da serra fredda in due gruppi: le specie “da freddo” (cold-growing) che gradiscono temperature minime intorno ai 5 °C e le specie “da fresco” (coolgrowing) che invece prediligono temperature minime più alte, intorno ai 10 °C. Per quanto riguarda le temperature massime, entrambe le categorie presentano valori simili. Tra le Masdevallia “da fresco” e “da freddo” sono raggruppate specie che temono il caldo, soprattutto quello che caratterizza le nostre stagioni estive; tuttavia, nonostante questo, temperature fino a 28-30 °C possono essere tollerate da molte di queste specie per brevi periodi usando alcuni accorgimenti nella coltivazione.
Nonostante le Masdevallia siano spesso frettolosamente classificate come piante da serra fredda, la maggior parte delle specie più diffuse in commercio possono essere considerate, per le temperature di coltivazione, come piante da serra intermedia. Tuttavia, molte di queste specie non solo si adattano bene anche se coltivate a temperature più fresche, ma spesso producono esemplari più vigorosi.
Esiste inoltre un piccolo gruppo di specie, originarie da habitat a basse altitudini, che invece non tollerano le condizioni da serra intermedia e per essere coltivate con successo necessitano di condizioni termiche assimilabili a quelle da serra calda.

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Indipendentemente dalla categoria di serra in cui possono essere raggruppate, tutte le specie di Masdevallia richiedono, per un corretto sviluppo e fioritura, una differenza di temperatura abbastanza marcata tra il giorno e la notte. Il range di temperatura richiesto è in media di circa 6-7 °C, con differenze via via più marcate man mano che ci si muove dalla specie da serra calda a quelle da freddo.
Per quanto riguarda la luce, le Masdevallia sono spesso indicate come piante da ombra. In realtà anche questa è una generalizzazione in quanto esistono specie che richiedono intensità luminosità piuttosto elevate. Essendo però specie che provengono da habitat caratterizzati da alta densità di vegetazione e coperture nuvolose frequenti, la luce fornita deve però essere filtrata e diffusa ed è assolutamente importante non esporle mai al sole diretto. Per sapere che quantità di luce è richiesta da una specie in particolare di Masdevallia, come regola generale, viene suggerito di osservare lo spessore delle foglie: piante con foglie spesse e coriacee richiedono luminosità più elevate di piante con foglie sottili che invece prediligono un maggiore ombreggiamento. Esistono però diverse eccezioni a questa regola e, molto più convenientemente, si può regolare la quantità di luce in base alla colorazione delle foglie. Le piante rispondono a quantità di luce troppo bassa o troppo alta producendo foglie rispettivamente di colore verde scuro o verde pallido tendente al giallo. Quindi, semplicemente osservando la colorazione delle foglie, si può regolare la quantità di luce per mantenerla su valori ottimali, che inducano le foglie ad assumere una colorazione intermedia verde brillante.
Essendo originarie di ambienti in cui vi è un’alta disponibilità di acqua, le Masdevallia sono molto sensibili alla disidratazione. Per questo, per coltivare con successo queste piante occorre fornire un’umidità ambientale intorno al 65-70% e una buona circolazione d’aria. Il substrato deve essere mantenuto costantemente umido ma mai eccessivamente bagnato. Per questo è importante usare un mix che garantisca una buona ritenzione di acqua, ma che sia allo stesso tempo leggero e arioso. A questo scopo è possibile usare sfagno secco, bark fine o miscele di sfagno con bark o perlite in varia percentuale, ottenendo miscele più o meno drenanti. Esistono moltissime ricette per i substrati proposte dai diversi coltivatori, questo perché ciascuno adatta la composizione del substrato al proprio ambiente di coltivazione e al proprio regime di irrigazione. Indipendentemente però dalla miscela scelta, è importante effettuare rinvasi frequenti perché le radici sono molto sensibili al deterioramento del substrato. In genere si consiglia di effettuare rinvasi annuali se si usa sfagno puro o miscele a con alte percentuali sfagno, oppure ogni due anni se sono usate miscele a base di bark.
Come substrato è possibile anche usare una miscela di inerti a base di lapillo a pezzatura medio-fine. Questo combina un alto drenaggio e, grazie alla porosità, una buona capacità di ritenere umidità che viene rilasciata nel tempo. In questo modo si garantisce la giusta umidità per le radici con minimo rischio di marciumi causati da eccessi idrici. Nella mia collezione sto sperimentando una miscela a base di lapillo con aggiunta di perlite e carbone attivo in granuli in rapporto circa 1:0,2:0,2 che ha dato ottimi risultati soprattutto nel favorire la ripresa di esemplari con apparato radicale compromesso da marciumi. Ho inoltre notato che questo substrato, associato a un vaso di coccio, mantiene le radici molto più fresche in estate riducendo lo stress da calore.
Le Masdevallia possono essere coltivate anche in zattera con un adeguato strato di sfagno sopra e sotto le radici, ma è richiesto che l’umidità ambientale sia più alta rispetto alla coltivazione in vaso.
Per questo motivo, questo tipo di coltivazione è più adatta ad ambienti umidi, come per esempio un orchidario, e meno a essere condotta in ambiente domestico. Anche in questo tipo di coltivazione il rinnovo annuale periodico dello sfagno è di giovamento alla pianta, soprattutto se per montare l’esemplare è stato usato uno spessore importante. Purtroppo, rimuovere e sostituire con cura lo sfagno

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preservando l’integrità delle radici risulta essere spesso un’operazione piuttosto complessa.
Le patologie che più frequentemente colpiscono le Masdevallia sono patologie fungine e batteriche, ma riconoscere e distinguere le diverse patologie con un semplice esame visivo generalmente non è semplice. Infatti, spesso le sintomatologie (spot necrotici, caduta delle foglie ecc.) sono comuni allo stress da calore, ma possono anche essere spia di problemi alle radici. Per distinguere una patologia dallo stress della stagione calda, di solito viene consigliato di vedere se, al termine del caldo, i sintomi continuano a propagarsi alle nuove vegetazioni. Mi sento però di sconsigliare questo approccio. Prendendo atto del fatto che le estati italiane, soprattutto negli ultimi anni, sono diventate caratterizzate da frequenti ondate di calore spesso molto prolungate nel tempo, attendere la fine di questo per capire la natura di una sintomatologia porterebbe, in caso di effettiva patologia, a un notevole ritardo di intervento. Quindi il mio consiglio, in caso di una sintomatologia sospetta, è quello di procedere con l’isolamento dell’esemplare colpito e al trattamento con prodotti ad ampio spettro che, se indicati per piante ornamentali, sono in genere ben tollerati dalle Masdevallia. Ovviamente non bisogna limitare l’intervento a questo e in ogni caso un controllo del substrato per escludere problemi radicali e interventi mirati a mitigare lo stress da caldo sono comunque da considerare.
Per quanto riguarda i parassiti, le Masdevallia possono essere colpite dagli stessi che affliggono le altre specie di orchidee. Le cocciniglie, sia cotonose sia a scudetto così come limacce e chiocciole, risultano però particolarmente dannose per le piante di questo genere.
Le cocciniglie, soprattutto agli stadi iniziali, tendono a nascondersi nelle brattee che rivestono i ramicaule. Di conseguenza, anche con un’ispezione scrupolosa è spesso difficile individuare un’infestazione prima che abbia raggiunto uno stadio avanzato. Inoltre, le brattee forniscono una protezione naturale che limita l’efficacia.
Danni da stress per eccesso di calore Masdevallia coccinea con patologie della rimozione meccanica e degli agenti chimici che agiscono per contatto. Riguardo lumache e chiocciole, le condizioni di umidità richieste per la coltivazione delle Masdevallia risultano ideali anchealla proliferazione di questi molluschi che cibandosi danneggiano in particolare gli apici radicali e le giovani vegetazioni.

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Rinvaso e cura delle piante
Al contrario di molti altri generi, le Masdevallia non necessitano di un periodo di riposo e, in circostanze climatiche idonee, manifestano una crescita attiva durante tutto il corso dell’anno. Tuttavia, rallentamenti anche marcati della crescita di solito si osservano in estate, quando a causa delle alte temperature le specie intermedie, da fresco e da freddo possono entrare in stress da caldo. Inoltre, una riduzione del tasso di crescita si può osservare in inverno a causa del numero ridotto di ore di luce alle nostre latitudini.
Per la coltivazione occorre quindi tenere conto di queste informazioni per pianificare e organizzare nel corso dell’anno gli interventi necessari.
Per quanto riguarda il rinvaso di routine, essendo un’operazione relativamente traumatica per la pianta, è meglio sia effettuato in autunno dopo che sono terminati i caldi tardivi oppure in primavera precoce. Sarebbe bene evitare, salvo in casi di emergenza, di effettuare rinvasi nel periodo estivo. Le Masdevallia generalmente rispondono bene al cambio di substrato mostrando un maggior vigore dopo il rinvaso. Indipendentemente dalla miscela usata, il substrato per il rinvaso deve essere precedentemente bagnato, in quanto essendo piante che non tollerano la carenza idrica è importante che non vi siano zone asciutte potenzialmente difficili da idratare con le annaffiature. La scelta del vaso deve essere effettuata in base alla dimensione dell’apparato radicale ed è importante non usare un vaso eccessivamente grande in quanto un volume troppo elevato di substrato predispone al rischio di eccessi idrici e marciumi radicali.

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Il rinvaso è occasione anche per effettuare le divisioni. Alcune specie tendono ad accumulare spot morti al centro e la divisione, oltre a migliorare la pianta da un punto di vista estetico, favorisce anche il vigore degli esemplari. La divisione può essere fatta tagliando il rizoma con una lama sterilizzata ed è importante che le divisioni non siano eccessivamente piccole per garantirne la sopravvivenza.
Come facilmente intuibile, nei nostri climi l’estate rappresenta il periodo più critico per la coltivazione delle Masdevallia, soprattutto per le specie da fresco e da freddo. Le alte temperature possono indurre lo stress da calore che si manifesta con arresto della crescita, bruciatura degli apici fogliari e formazione di spot necrotici bruni.
In casi più estremi si può osservare la caduta delle foglie e l’aborto delle nuove vegetazioni. Inoltre, la debilitazione causata dal caldo può predisporre a marciumi e altre patologie. Per contenere lo stress da caldo si deve aumentare l’ombreggiamento per ridurre il riscaldamento causato dai raggi solari, alzare l’umidità dell’aria per prevenire disidratazione e aumentare la circolazione d’aria per contrastare l’insorgenza di patologie. Si deve ridurre la fertilizzazione e, sebbene possa sembrare controintuitivo, l’irrigazione. Con le alte temperature le radici risultano essere meno attive e quindi l’assorbimento risulta essere meno efficiente. In queste condizioni innaffiature regolari porterebbero rapidamente all’insorgenza di marciumi.
Per rinfrescare le radici è possibile usare un cooling pot. Questo è un sistema realizzato mettendo il vaso della pianta in un vaso di coccio di una misura maggiore. L’intercapedine tra i due vasi deve essere riempita da sfagno che deve essere mantenuto costantemente umido. L’evaporazione determina un abbassamento della temperatura attorno alle radici. In alternativa esistono cilindri di terracotta che possono essere usati per montare le orchidee. Il cilindro viene quindi riempito con acqua che per capillarità trasuda mantenendo le radici costantemente umide e fresche. In conclusione, le Masdevallia non possono sicuramente essere classificate tra le orchidee più semplici da coltivare, però, data la vastità del genere, si possono trovare specie che risultano essere adattabili e robuste e che possono rappresentare un punto di partenza per chi decide per la prima volta di approcciarsi alla coltivazione di questo genere. La Masd. infracta è molto probabilmente, secondo la mia opinione, la specie più adatta a un neofita per la sua adattabilità in fatto di temperature e la sua tolleranza al caldo. Questa specie cresce bene con intensità luminose abbastanza alte, predilige condizioni di intermedie, ma, prendendo le precauzioni dette in precedenza, resiste molto bene ai caldi estivi. Un’altra specie interessante per i neofiti può essere la Masd. impostor. È una specie da fresco, ma è capace di tollerare il caldo per brevi periodi. Il motivo per cui consiglierei questa specie è per la sua generosità nelle fioriture: infatti fiorisce di solito in autunno-inverno ma, se coltivata bene, può fiorire anche diverse volte all’anno. La Masd. fractiflexa è un’altra specie consigliata in quanto è una specie robusta e vigorosa. È una specie da freddo e da fresco che si adatta anche a condizioni intermedie.
Purtroppo, è meno tollerante al caldo delle altre due specie consigliate, ma, data la sua robustezza, con le opportune precauzioni è in grado di superare le estati piuttosto facilmente. L’unico difetto è che appartenendo alla sezione Coriaceae produce fiori dall’odore rancido e disgustoso; tuttavia esiste molta variabilità tra esemplari e non è raro trovare in commercio cloni che producono fiori quasi completamente privi di odore.

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