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Descrizione specie

Il genere Cyrtochilum fu creato nel 1816 da Carl Sigismund Kunth. John Lindley successivamente raggruppò tutte queste specie nei generi Oncidium e Odontoglossum, mantenendo il nome Cyrtochilum per una sezione del genere Oncidium. Dopo lunghe vicissitudini tassonomiche inerenti alla complicata tassonomia delle Oncidiinae, il genere Cyrtochilum è risorto nel 1917 a opera di Friedrich Wilhelm Ludwig Kraenzlin, anche se il numero di specie ascritte a questo genere è variato più volte nel corso del Novecento. Recentemente, grazie alle nuove tecniche di indagine genetica, tramite analisi del DNA delle piante, sono riconosciute 198 specie da parte dei botanici dei Kew Gardens.
La maggior parte delle specie è originaria del Perù, del Venezuela, dell’Ecuador, della Colombia e del Guatemala; si tratta di piante abbastanza grandi, con fioriture primaverili o estive i cui colori principali vanno dal giallo al marrone; in alcune specie si hanno pigmentazioni bianche o rosse.
Il nome Cyrtochilum macranthum deriva dalla latinizzazione del greco κυρτός “cyrtòs” (curvo) e χεῖλος “chèilos” (labbro), μακρός “macròs” (grande) e ἄνθος “ànthos” (fiore), per il suo labello ricurvo all’indietro in

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punta e per i fiori dalle grandi dimensioni che possono raggiungere i 10 cm, i più grandi per questo genere.
Il Cyrtochilum macranthum è una grande pianta epifita formata da pseudobulbi verdi e lucenti, di forma ovale (da 10 a 15 cm) con ampia sezione (da 5 a 6 cm), circondati da poche brattee basali e sormontati da 2-4 foglie apicali. Spesso gli pseudobulbi sono distanziati perché la pianta si arrampica su tronchi e rami per proteggersi dal sole; invece i lunghi steli fiorali (dai 2 ai 4 metri) si elevano verso la luce piena e portano grandi fiori di color giallo brillante con toni sul marrone. Il labello è triangolare, sulla base superiore ha un callo bianco con due segni distintivi sugli angoli.

Habitat

Il Cyrtochilum macranthum cresce come epifita su tronchi e rami, raramente sul terreno, nelle foreste pluviali montane della Colombia, del Perù e dell’Ecuador; si tratta di foreste fresche e umide, ben ventilate. Si trova ad altitudini che vanno dai 2200 ai 3000 metri.

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Le foto sono state scattate nel febbraio 2009 in Ecuador, sulle pendici del monte Antisana presso Papallacta, a circa 3000 metri di altitudine, dove si trovano dei famosi boschi di Polylepis, detto comunemente “albero di carta”, pianta appartenete alla famiglia delle Rosaceae e molto usata dalle popolazioni andine come combustibile e materiale da costruzione.

Clima

Il clima è fresco e umido, con temperature minime notturne di 4-9 °C e massime di 15-20 °C di giorno, senza significative variazioni di temperatura nell’arco dell’anno.

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L’umidità è molto elevata, spesso si hanno nebbie dovute alle nubi che si fermano contro le montagne; si ha una pioviggine fresca accompagnata da abbondanti piogge giornaliere, con movimento d’aria costante.

Coltivazione

Il Cyrtochilum macranthum, essendo una pianta di grandi dimensioni, necessita ampie serre. Considerando il clima da cui proviene e l’altitudine media di 2000 metri, necessita di temperature fresche, con minime intorno agli 8 °C. Se si riesce a tenere la temperatura notturna bassa, riesce a tollerare temperature superiori anche ai 25 °C di giorno, ma non tollera temperature alte per lunghi periodi.
È una pianta che necessita di elevata umidità per tutto l’anno, quindi la ventilazione è fondamentale per non far insorgere marciumi e altre patologie. Ha bisogno anche di un substrato che mantenga una buona umidità, ma con un buon drenaggio e, dato che è una pianta con grandi pseudobulbi distanziati, è preferibile coltivare il Cyrtochilum macranthum in ampi cestelli con un substrato composto da una miscela di bark e sfagno; è sufficiente rinvasare le piante ogni 2-3 anni.
Il Cyrtochilum macranthum cresce tutto l’anno, quindi va sempre bagnato senza far asciugare completamente il substrato, riducendo le innaffiature in inverno: infatti se rimane a temperature basse per un periodo abbastanza lungo e il substrato è molto bagnato, la pianta è soggetta a marciumi e altre patologie; è quindi meglio tenerla più asciutta.
Allo stesso modo, va concimata tutto l’anno con un fertilizzante equilibrato, riducendone la somministrazione durante l’inverno.
Non tollera la luce diretta del sole, ma ha bisogno di luce indiretta molto brillante.
Per le sue caratteristiche di coltivazione e per le grandi dimensioni non è una pianta di semplice coltivazione in Italia, soprattutto per le nostre estati molto calde, ma questa specie ha caratteristiche del fiore molto interessanti nel campo dell’ibridazione.

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