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La Schombocattleya Bordighera (Schomburgkia tibicini x Cattleya intermedia) è uno dei miei ibridi più riusciti e che ha avuto maggior successo, nel 1999, quando fiorì per la prima volta. Pensai di registrarlo nelle Sander List dell’RHS (Royal Horticultural Society), l’anagrafe mondiale degli ibridi di orchidee, inviai la richiesta di registrazione, ma mi risposero che era già stato registrato nel 1967 con il nome Schombocattleya Bordighera da P. Maggi-Ponti, ero molto incuriosito, ma non riuscivo a trovare altre notizie se non che P.Maggi-Ponti aveva registrato una quindicina di ibridi. Nel 1999 nelle Sander List erano già stati registrati più di 100.000 ibridi, ma pochissimi quelli registrati da italiani, e Maggi-Ponti era senza dubbio un italiano, ma chi era questo Maggi-Ponti? Nessuno dei vecchi coltivatori di orchidee che conosco ne ha mai sentito parlare. In tutti questi anni mi è rimasta questa curiosità.

Qualche giorno prima di ferragosto il giovane orchidofilo Gioele ha acquistato su e-bay un vecchio libro “LE ORCHIDEE”, di G Mazzolani pubblicato nel 1949 e me l’ha portato da leggere.

Quella sera il libro me lo sono letto d’un fiato e sotto alcune foto ho trovato la didascalia “Coltiv. Maggi-Ponti – Cassano d’Adda’.

Immediatamente ho digitato su Google: “MAGGI-PONTI, CASSANO D’ADDA, ORCHIDEE”. I primi risultati dicono che la villa Maggi-Ponti è oggi un prestigioso albergo-ristorante, poi la frase “Un tempo qui si coltivavano le orchidee” mi fece capire che ero arrivato nel posto giusto e forse potevo finalmente appagare la mia curiosità.

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Lasciai un messaggio sul sito spiegando che era dal 1999 che avevo la curiosità di sapere chi era il P.Maggi-Ponti che aveva registrato nel 1967 la Schombocattleya Bordighera, ed ero desideroso di avere altre notizie. Poi proseguendo nelle ricerche su Google, nella terza pagina trovai nel sito “Vivicassano” la storia della villa Maggi-Ponti con diverse foto della villa e delle serre.

La villa fu costruita all’inizio del 900 dall’ingegner Ponti che era diventato molto ricco con materiali da costruzione, la figlia Emilia sposò Giulio Maggi, un industriale di Milano, il loro figlio Pierfranco dimostrò fin da bambino una gran passione per la botanica, il padre tentò più volte di portarlo nella fabbrica di Milano per avviarlo nell’azienda di famiglia, ma non ci fu verso. Quando aveva circa vent’anni, in un viaggio in Egitto incontrò Evangelia Belleni, una giovane di origine greca che sposò e con lei visse a Cassano. Negli anni 30 Pierfranco Maggi-Ponti costruì nel parco della villa alcune serre per la coltivazione delle orchidee. Dopo la guerra Pierfranco si separò di fatto dalla moglie e si trasferì a Bordighera dove costruì un’altra azienda per la coltivazione di orchidee.

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Due giorni dopo mi arrivò la telefonata dei signori Tiziana e Cristian Colombo, attuali proprietari della villa e dell’hotel ristorante, avevano letto il messaggio ed erano felici del mio interessamento, mi hanno invitato a Cassano per visitare la villa e quel che resta delle serre. E così il 26 agosto 2014, con mio figlio Edmondo e mio fratello Osvaldo sono andato alla Villa Maggi-Ponti. Peccato per il tempo che era nuvoloso e a tratti piovviginava, Tiziana e Cristian, la mamma Regina e la signora Eva ci stavano aspettando, mi avevano recuperato alcune vecchie foto di Pierfranco Maggi-Ponti, delle serre e delle orchidee. Ormai di una serra era rimasto lo scheletro arrugginito, delle altre solo i muri, nel locale che serviva per le lavorazioni ed i rinvasi alcuni vecchissimi vasi in terracotta, alcuni piccolissimi, del diametro di 2 centimetri, non ne avevo mai visti di così piccoli, la signora Colombo mi ha visto interessato e mi ha regalato una cassetta di vasetti.

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Dietro il locale lavorazioni, quello che era il laboratorio delle semine, con belle finestre bifere.

Pierfranco Maggi-Ponti doveva avere una grande passione per le orchidee, certo aveva grandi disponibilità finanziarie, ma tutte quelle serre più di settant’anni fa e la semina delle orchidee, a quell’epoca in Italia le orchidee erano pochissimi a coltivarle, a seminarle probabilmente era l’unico, a parte l‘Istituto Tecnico Agrario delle Cascine a Firenze che realizzò il primo ibrido italiano nel 1886.

La signora Eva è stata la baby sitter di Giulio, il figlio di Pierfranco Maggi-Ponti, ha vissuto molti anni nella villa ed è una fonte di informazioni , mi ha raccontato che ai tempi nella villa lavoravano 12 domestici e 12 giardinieri per la manutenzione del parco. Dopo la guerra Pierfranco si separò di fatto dalla moglie e si trasferì a Bordighera dove costruì un’altra azienda per la coltivazione di orchidee. Alla morte di Evangelia, nel 1962, la villa di Cassano passò all’unico figlio Giulio che sposa Giuseppina Borghi, figlia dell’industriale delle cartiere Borghi, la quale però, molto probabilmente, non nutriva grande interesse a mantenere la villa di Cassano. Infatti prelevò tutti gli arredi e gli oggetti della casa e li trasferì nella propria casa di Milano. Fu così che Pierfranco, tornando a Cassano, trovò la casa spoglia e decise di venderla. Pierfranco si arrabbiò e decise di non lasciare alcuna proprietà al figlio, vendette la villa di Bordighera come nuda proprietà ad un impresario di pompe funebri, solo che l’impresario morì prima di lui, anche la villa di Cassano voleva venderla come nuda proprietà, poi però venne a sapere che il figlio poteva impugnare l’atto e allora la vendette definitivamente nel 1972, secondo quanto si racconta, dopo aver respinto alcune proposte, accetta – forse per simpatia – quella dell’Ing. Colombo, che da allora ci ha abitato con la famiglia, destinando parte del complesso ad albergo e ristorante, così alcuni locali e parte del giardino sono stati adattati per quest’esigenza.

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Pierfranco Maggi-Ponti è nato il 16 maggio 1904, e morto circa nel 1985, al momento non ho trovato una data certa.

Tra le vecchie foto di Pierfranco che i signori Colombo mi hanno preparato ce ne sono diverse di serre di orchidee, tutte le foto hanno sul retro il timbro “COMTOIR   PHOTOGRAPHIQUE, Maison A.FR. BRUSSELLE, 41, Rues des Pierres, 41, Bruges” probabilmente sono foto fatte da Pierfranco Maggi alle serre di Fred Sander il re delle orchidee, che a Sant Andre, nei pressi di Bruges aveva impiantato la più grande floricoltura del mondo, 140.000 metri quadri di serre, molte di orchidee.

La cosa strana è che questo grande pioniere italiano nella coltivazione delle orchidee, che ha registrato una quindicina di ibridi una cinquantina d’anni fa, con il passare del tempo è stato dimenticato.

La Schombocattleya Bordighera (Schomburgkia tibicinis x C. intermedia) è un ibrido spettacolare creato e registrato da Ponti P. Maggi nel 1967. Pianta di aspetto vigoroso alta 35-40 cm con foglie spesse color verde chiaro, l’infiorescenza appare già a dicembre, poi si allunga lentamente fino a raggiungere i 50-60 cm per fiorire a maggio. I bellissimi fiori grandi 12-15 cm con i petali leggermente ondulati sono anche intensamente profumati. 2 piccoli aneddoti sulla bellezza della Schombocattleya Bordighera: da una decina d’anni, a marzo, partecipo alla mostra dell’Abbaye de Vaucelles nel nord della Francia, la più bella mostra di orchidee che conosca, ricordo che alla prima edizione a cui partecipai portai anche una decina di Schombocattleya Bordighera che a marzo hanno l’infiorescenza lunga pochi cm, le vendetti tutte ad appassionate francesi, nel nord della Francia ci sono molte signore orchidofile, a maggio mi telefonò un amico toscano, fanatico orchidofilo, iscritto ad una mailing-list francese dicendomi che in Francia c’erano molte signore che dicevano meraviglie della mia Schombocattleya Bordighera, a Bologna una cliente mi ha quasi commosso confidandomi “Passo delle mezzore a guardarla!”

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