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Chi tiene le orchidee in serra sa che durante il periodo estivo le temperature nelle serre possono tranquillamente superare i 40° gradi cosa che può essere eccessiva e quindi pericolosa per le orchidee che vi sono tenute.

Mentre alcuni generi sopportano temperature anche superiori a 40* gradi come i Dendrobium, Le Encyclia, gli Epidendrum e i Catasetum, altri generi come le Lycaste, le Masdevallia, le Dracula non sopportano a lungo temperature superiori ai 30°/35° gradi, nè bastano i cali notturni a mitigare le condizioni ambientali e, d’altra parte non è bene nemmeno esagerare con le bagnature rinfrescanti che possono generare marcescenza.

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Questi problemi vengono quasi totalmente risolti per coloro che hanno la fortuna di poter usufruire di un giardino con alberi che possano creare ampie zone di ombra e dove difficilmente si possono superare i 35° gradi durante il giorno, mentre la notte offre fresche temperature intorno ai 20°; questa escursione è gradita a tutti i generi di orchidee, ma sopratutto a quelle cosidette da ambiente freddo-temperato.

Un giardino con piante di vario tipo offre l’opportunità di poter usufruire di zone con esposizione al sole di 1 o 2 ore, zone di luce filtrata e zone di ombra totale e questo consente di ricoverare tutti i generi di orchdea senza proplemi relativi alle condizioni ambientali.

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Prendiamo ora in esame quali sono i reali problemi che nascono con l’esposizione esterna delle nostre orchidee; la prima cosa e forse la più importante è la protezione dagli agenti atmosferici di grossa entità come il forte vento e la grandine. Mentre le orchidee appese ai rami non temono il forte vento, per quelle che si appoggiano al suolo bisognerà tenerle ferme con paletti intorno al vaso utilizzando magari i tutori oppure piantando un tutore che d’alto si infili per terra attraversando il vaso e se sotto il vaso non ci fosse direttamente la terra potremo ancorare i vasi con pietre o pezzi di legno posti intorno agli stessi.

Per quanto riguarda la grandine il discorso è un pò più serio perchè la grandine può distruggere completamente le nostre orchidee. La protezione più sicura contro la grandine è quella di tenere le piante sotto una tettoia aperta, in mancanza di una tettoia si possono usare le reti anti grandine o si possono porre i vasi sotto robusti alberi di alto fusto in mancanza di ciò correremo per metterle al riparo.

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L’altro problema riguarda la corretta gestione delle bagnature che devono essere giornaliere per le orchidee che hanno radici esposte mentre per le piante in vaso saranno sufficienti bagnature con frequenze di 3 o 4 giorni.

Naturalmente nel considerare queste tempistiche bisogna tener conto delle giornate nuvolose che non devono essere conteggiate o le giornate di pioggia che raddioppiano i tempi tanto che può capitare di non bagnare le orchidee a radici esposte anche per alcuni giorni. Ma quando portare le orchidee all’aperto, e quando ricoverarle in serra o in casa?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo inanzitutto ricordare che quasi tutte le orchidee hanno bisogno di un’escursione termica tra notte e giorno di circa 10° gradi affinchè ne venga stimolata la fioritura; ne consegue che bisogna attendere che di notte vi siano minimi intorno ai 10/12° gradi per poter esporre all’aperto le orchidee. Queste temperature iniziano a essere stabili verso il mese di Aprile tenendo come riferimento la fascia geografica intorno al 45esimo parallelo Nord, risulta ovviamente chiaro che questo periodo deve essere commisurato alle posizioni geografiche che risultino più a Nord o più a Sud del 45esimo parallelo.

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Si riporteranno al riparo in casa o in serra quando le temperature notturne incominceranno a scendere verso i 12/14° gradi.

E’ utile ricordare che i generi di orchidee da temperatura fredda hanno tempi espositivi esterni più lunghi degli altri generi e quindi si può tranquillamente dire che questi possono anticipare e posticipare l’epoca di esposizione esterna e di ritiro di un mese e anche più. Per quanto riguarda invece le protezioni che si debbano adottare oltre a quella già accennata della grandine sono in verità molto semplici e si riducono sostanzialmente a due.

La prima è quella di accertarsi che i vasi appesi abbiano un appiglio sicuro, cosa che si può ottenere utilizzando legacci che fermino la pianta al ramo, oppure se i nostri vasi sono a terra usare i tutori piantati intorno al vaso come detto precedentemente in modo che quest’ultimo non si rovesci. La seconda raccomandazione è per i vasi a contatto del terreno che dovranno essere isolate dalla terra con una pietra e protette dalle lumache spargendo intorno a loro un prodotto specifico.

Per finire ci rivolgiamo a coloro che non hanno la fortuna di poter utilizzare per le bagnature l’acqua piovana. A loro diciamo che può essere tranquillamente usata l’acqua che sgorga dai rubinetti avendo magari l’accortezza di lasciarla a riposo in un contenitore per qualche giorno; in ogni caso rammentiamo che la primavera e l’inizio dell’estate sono il periodo di maggior crescita delle nostre piante che andranno quindi concimate a dovere.

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