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La legge del minimo è stata formulata nel 1928 dal botanico tedesco Carl Sprengel, poi ripresa e resa famosa da Justus Von Liedig, (chimico tedesco che non ha niente a che fare con il brodo omonimo). Questa legge spiega che la crescita degli esseri viventi non è regolata dagli elementi disponibili ma dall’elemento più scarso, detto “fattore limitante”. Nella seconda metà del 1800 un altro tedesco, il professore Dobeneck ideò una figura “geniale” per rendere comprensibile ai suoi alunni in modo semplice la legge del minimo: il mastello di Dobeneck. In questo mastello i vari elementi necessari alla crescita sono rappresentati dalle doghe del mastello stesso.

I fattori più importanti, rappresentati nel mastello da doghe più larghe sono: acqua, luce, ossigeno, anidride carbonica, temperatura, ventilazione, azoto, fosforo e potassio, poi il calcio. Infine con doghe di larghezza sempre più piccola i microelementi: magnesio, zolfo, boro, manganese, zinco, rame, molibdeno, cobalto, ferro e in percentuali minime tanti altri.

La figura rende chiaro che l’acqua esce dalla doga più bassa del mastello, in questo caso il fosforo, se anche si allungano le doghe di azoto o altri elementi, l’acqua uscirà comunque dalla doga del fosforo, che in questo caso rappresenta il fattore limitante. Se si allunga la doga del fosforo, l’acqua uscirà dal mastello dalla doga più bassa che sarà il nuovo fattore limitante. Se uno qualsiasi degli elementi è presente in percentuale insufficiente limita l’assorbimento di tutti gli altri, e in inverno con luce debole per poche ore al giorno il fattore limitante è la luce, per cui si deve concimare meno e a dosi ridotte perché la pianta utilizza meno concime e gli eccessi non utilizzati si accumulano creando problemi di salinità.

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