Il mio primo incontro con le orchidee è avvenuto quando avevo 12 anni.
Era il 1999 e fissavo uno splendido esemplare di Phalaenopsis che mia zia regalò a mia madre.

Mia zia mi disse:

“Questa è un’orchidea, ha bisogno di poca acqua e non bisogna mai tagliarle le radici che escono dal vaso, perché noi le costringiamo a starci dentro ma in realtà loro vivono con le radici libere, all’aria”.

Nella mia mente si dipinse l’idea di una strana pianta tropicale che era totalmente riluttante all’ addomesticamento.
Rimaneva selvaggia nonostante la nostra volontà d’ingabbiarla in un vaso!

Nell’estate 2008, in occasione di una vacanza in Honduras, vidi le orchidee nel loro ambiente naturale e mi ritornò in mente ciò che mi lasciò tanto stupito a 12 anni. Fu allora che mi innamorai delle orchidee!

Ritornato a casa allestii un piccolo orchidario che conteneva alcuni esemplari di specie botaniche:
una Phalaenopsis violacea Borneo, Aspasia epidendroides, Dendrochilum tenellum, Sigmatostalyx radicans, Epidendrum porpax, Sarcolabium quisumbingi.

Ora ho 23 anni e nel mio piccolo orchidario ci sono quasi 500 piante tra Botaniche e Ibridi! Preferisco le Cattleya: piante robuste, rustiche e di grande soddisfazione.

Coltivo in serra sia in vaso che su zattera a seconda dei generi e delle specie.

Non uso illuminazione artificiale. Il sole è molto meglio e non costa nulla.
Vorrei ingrandire la serra, creare un ibrido, approfondire i miei studi sulla fisiologia delle orchidee e sull’ecologia tropicale. Interessante è il ruolo delle orchidee all’interno del loro ecosistema!

Rispondete anche voi all’intervista dell’Orchideria!
Inviatela assieme a foto delle vostre orchidee, con voi e del luogo in cui le coltivate a soci@alao.it e info@orchideria.it . Le pubblicheremo nei prossimi numeri e sul sito dell’Orchideria.

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