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Dendrobium definisce un genere molto numeroso appartenente alla famiglia delle Orchidaceae che annovera oltre 1000 specie. Già dall’etimologia del nome (“albero”, e “vita”) si intuisce la principale caratteristica, cioè la natura epifitica di queste specie: non sono né parassiti né simbionti, ma utilizzano le piante ospiti come semplice supporto su cui crescere e svilupparsi. I Dendrobium (Fig. 1) sono naturalmente diffusi su un territorio che si estende dal1’India allo Sri Lanka, alle isole del Pacifico fino a Tahiti, dal Giappone e dalla Corea fino alle Isole Stewart e alla Nuova Zelanda.

Le popolazioni in cui i Dendrobium sono endemici li utilizzano e coltivano da sempre (Fig. 2), integrandoli all’interno delle proprie tradizioni. Magia e religione: per la bellezza dei fiori alcuni Dendrobium sono stati sacralizzati e associati a divinità e riti religiosi. In Sri Lanka i fiori di Dendrobium maccarthiae erano utilizzati per ornare i templi buddisti. In Giappone Dendrobium moniliforme era considerato la pianta della longevità ed era usato anche per decorare i luoghi sacri. In India la Flickingeria macraei era utilizzata sia nella medicina ayurvedica sia in riti divinatori. In alcune regioni della Malesia c’era la credenza che alcune specie possedessero poteri magici e per questo motivo venivano usati per filtri d’amore, per dare coraggio ai cacciatori di teste, per migliorare le prestazioni dei cani da caccia e per esorcizzare gli spiriti dei morti.

 

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Arte e architettura: nelle Isole Solomon, nella Penisola di Capo York, nelle Isole dello Stretto di Torres, in Papua Nuova Guinea, in Irian Jaya, nelle Moluccas, nelle Filippine, nelle Isole Andaman e in Manipur dai fusti essicati di Dendrobium e Diplocaulobium si ricavava un pigmento giallo usato per vari artefatti. Il succo spremuto dallo stelo di Dendrobium affine è ancora usato dalle popolazioni delle Terre di Arnhem come fissativo nelle pitture su corteccia e su roccia e nella decorazione di utensili cerimoniali. Per assicurarsi la disponibilità di materia prima i Dendrobium venivano coltivati in prossimità dei villaggi, mentre il Grastidium acuminatissimum insieme al Diplocaulobium venivano piantati sui tetti delle case per decorarli.

Artigianato: la natura fibrosa di fusti e foglie veniva sfruttata nell’arte della cesteria, per produrre gioielli, oggetti d’uso quotidiano, armi e utensili.

Alimentazione: gli pseudobulbi di Dendrobium canaliculatum e di Dendrobium speciosum rientravano nella dieta quotidiana degli aborigeni australiani. In Malesia le foglie del Grastidium salaccense venivano cotte al vapore col riso per insaporirlo, e in Vietnam si usava un decotto di Dendrobium crumenatum come tonico. In Papua Nuova Guinea le foglie di diverse specie di Dendrobium erano usate per avvolgere torte salate.

Bellezza: le giovani donne del Manipur portavano i fiori di Dendrobium densiflorum dietro alle orecchie, mentre le piante essicate di Dendrobium clavatum erano usate per profumare. In Sumatra la gente portava tra i capelli foglie secche di Grastidium salaccense per il tipico piacevole profumo. Nell’Isola di Manus, le donne usavano polverizzare le foglie secche di Dendrobium erosum, le impastavano con olio di cocco e preparavano unguenti profumati. Rientrano nelle tradizioni locali tra cui quelle medicinali: ad esempio lo Shi-hu è un antico rimedio medicinale cinese conosciuto fin dalla Dinastia Han (200 a.C. – 200 d.C.), venduto ancora oggi non solo in Cina ma in tutto il mondo.

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La preparazione originale consisteva in fusti essiccati di una ventina di specie di Dendrobium tra cui la più importante era Dendrobium nobile (Fig. 3). Lo Shi-hu, letteralmente “pietra della vita”, veniva usato come tonico che, secondo la filosofia cinese, nutrendo lo yin del corpo fungeva sia da elisir di eterna giovinezza sia da pozione afrodisiaca. Queste proprietà sono oggi supportate scientificamente dall’individuazione in Dendrobium nobile di numerosi composti farmacologicamente attivi.

Su ispirazione dell’antica medicina tradizionale molte specie del genere Dendrobium sono oggetto di studio per l’individuazione e l’identificazione di molecole biologicamente attive in esse contenute. Le macromolecole più interessanti fra quelle individuate appartengono alle sezioni Callista e Dendrobium (Fig.4). Esse comprendono lecitine, enzimi, polisaccaridi, polifenoli e alcaloidi. I polisaccaridi hanno mostrato attività immunomodulatoria ed epatoprotettiva. Gli alcaloidi hanno mostrato attività antiossidante, anticancro e neuroprotettiva. Ciò fa sì che le potenziali applicazioni in campo medico-sanitario siano numerose sia nella prevenzione che nel trattamento di numerose patologie

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Oncologia

È ormai noto che composti a struttura alcaloidea o fenantrachinonica come la denbinobina (Fig. 6), siano dotati di elevata attività antiossidante e citotossica, proprietà che le rendono particolarmente interessanti in campo oncologico tanto da spingere i ricercatori a studiarne 1’attività in studi sperimentali al fine di individuate nuove strategie terapeutiche. La denbinobina (fenantrachinone) estratta da Dendrobium nobile ha mostrato attività antileucemica legata alla riattivazione di meccanismi proapoptotici (di morte cellulare programmata) altrimenti inibiti dal tumore. Inibisce la crescita cellulare in maniera dose dipendente per effetto proapoptotico: riduzione dell’espressione di Bcr-Abl (cromosoma Philadelphia presente in circa il 95% dei pazienti con leucemia mieloide cronica) ed incremento di CD11a (glicoproteina di membrana che svolge un ruolo fondamentale nell’attivazione dell’immunità cellulare). Rappresenta un composto dotato di attività farmacologica terapeuticamente utile da associare a farmaci anti-leucemici e anti-neoplastici.

 

Infezione da virus HIV (Human Immunodeficiency Virus)

Occorre premettere che i farmaci antiretrovirali attualmente disponibili inibiscono la replicazione dell`l-HV-l mediante l’interazione con enzimi virali quali trascrittasi inversa e proteasi. Sebbene efficaci, queste terapie presentano numerose limitazioni d’impiego a causa degli effetti collaterali che inevitabilmente insorgono durante i trattamenti a lungo termine sia per la progressiva comparsa di ceppi resistenti a questi farmaci sia per la loro inefficacia sulla riattivazione del virus in corso di infezioni latenti. In particolare la denbinobina, estratta da Dendrobium nobile, ha mostrato un interessante profilo; testata in vitro nei confronti del virus HIV non inibisce la trascrittasi inversa (come i comuni antivirali), ma interferisce con la riattivazione dell’HIV- l già integrato. Composti naturali come la denbinobina e altri 1,4 fenantrachinoni potrebbero costituire una nuova strategia terapeutica soprattutto in associazione con gli altri farmaci antivirali già in uso in clinica.

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In commercio: unica formulazione farmaceutica attualmente in commercio a base di estratto di Dendrobium nobile è la Golden Dendrobium tablet (Fig. 7), compressa approvata in Cina per la cura delle laringofaringiti croniche. Lo studio è stato condotto su di un campione di 40 pazienti affetti da tale patologia, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, a cui sono state somministrate per 15 giorni le compresse. Prima e dopo il test sono stati registrati tutti i parametri circolatori, urinari ed ematologici, uniti alle rilevazioni cliniche dei sintomi della laringofaringite, per poter condurre delle analisi comparative. E’ apparso evidente che le compresse di “Golden Dendrobium” hanno migliorato i sintomi clinici della laringofaringite in 31 pazienti dopo 15 gg di trattamento con un’efficacia del 77.5% senza effetti avversi.

Integratori alimentari: si stanno diffondendo sul mercato occidentale integratori alimentari a base di estratto di Dendrobium nobile riportando all’attualità l’antico e noto rimedio cinese shih-hu. Nella medicina tradizionale cinese tale rimedio è decantato per le sue doti antiossidanti e depurative a prevenzione dell’invecchiamento cellulare a favore di benessere e bellezza del corpo. Da ciò ne deriva una funzione tonicaanabolizzante e un’azione energizzante con promozione della formazione di massa magra a scapito di quella grassa, migliorando le prestazioni atletico-sportive.

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Ad oggi sono state mappate e catalogate numerose molecole farmacologicamente attive presenti nei Dendrobium, vasto genere appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Numerose sperimentazioni, iniziate in Oriente sulla base di antiche tradizioni locali, hanno attratto l’attenzione del mondo scientifico Occidentale fornendo nuova energia alla ricerca. Gli studi si sono focalizzati su alcune specie di Dendrobium (Dendrobium candidum, Dendrobium chrysotoxum, Dendrobium fimbriatum, Dendrobium findlayanum, Dendrobium huoshanense, Dendrobium loddigesii, Dendrobium moschatum, Dendrobium officinale e Dendrobium wardianum) e in particolare di Dendrobium nobile e su di esse dalle sperimentazioni in vitro si è passati a quelle in vivo su modelli animali, e in rari casi sull’uomo. L’unico rimedio medicinale a base di Dendrobium attualmente in commercio (in Oriente) sono le tavolette di Golden Dendrobium per la cura delle laringofaringiti croniche. Le potenzialità farmacologiche di queste nuove molecole stanno aprendo prospettive per nuove cure e metodi preventivi di patologie quali tumori e AIDS. Tuttavia i risultati ottenuti in vitro e su modelli animali non possono essere ritenuti definitivi, pertanto si attende una sperimentazione più estesa e completa sull’uomo.

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