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[sf_button colour=”accent” type=”sf-icon-stroke” size=”large” link=”” target=”_self” icon=”fa-tachometer” dropshadow=”no” extraclass=”PDF-lungo”]Difficolta’ 5/5[/sf_button]

[/spb_text_block] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/3″]

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[/spb_text_block] [blank_spacer height=”60px” width=”1/6″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”60px” width=”1/6″ el_position=”first”] [spb_column width=”2/3″] [spb_text_block title=”Sintesi” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

[/spb_text_block] [spb_icon_box title=”Serra” box_type=”animated” image=”fa-home” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”first”]

Calda

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Temperatura” box_type=”animated” image=”ss-thermometer” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″]

Diurna 20-30°C

Notturna 16-18°C

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Luce” box_type=”animated” image=”ss-sun” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”last”]

Tra i 10’000 e i 20’000 lux

Non luce diretta

 

[/spb_icon_box] [blank_spacer height=”60px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_icon_box title=”Umidita’” box_type=”animated” image=”ss-rainumbrella” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”first”]

70-80%

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Acqua” box_type=”animated” image=”ss-droplet” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″]

Fare asciugare un pò il composto tra una bagnatura e l’altra soprattutto nel periodo invernale

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Fertilizzazioni” box_type=”animated” image=”fa-eyedropper” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”last”]

Contenute: non superare i 200/220 µS

[/spb_icon_box] [blank_spacer height=”60px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_icon_box title=”Ventilazione” box_type=”animated” image=”ss-tornado” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”first”]

Buona

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Media e rinvaso” box_type=”animated” image=”ss-macchiato” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″]

Zattera

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Riposo” box_type=”animated” image=”fa-history” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”last”]

No

[/spb_icon_box] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Passate con il cursore sulle caselle per girarle e svelarne il contenuto; le caselle piu’ piccole non hanno dei dettagli da svelare

[/spb_text_block] [/spb_column] [blank_spacer height=”60px” width=”1/6″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Generalita’” icon=”generalita” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”first”]

Il genere Bulbophyllum fu descritto da Louis-Marie Aubert Du Petit-Thouars nel 1822, con il nome che deriva dal greco bulbos (bulbo) e phyllon (foglia). Bulbophyllum e generi strettamente affini (specialmente Cirrhopetalum) sono considerati il più grande gruppo di orchidee. I tassonomi hanno descritto almeno due dozzine di generi alleati, che sono stati combinati e separati da Bulbophyllum nel corso degli anni. Alcuni dei generi alleati più comunemente incontrati sono; Cirrhopetalum, Ione, Mastigion, Megaclinium, Rhytionanthos e Trias.

Le piante sono tipicamente delle piante epifite di piccole e medie dimensioni (anche se alcune sono lunghe fino a un metro), striscianti a crescita simpodiale con pseudo bulbi prominenti di forma cilindrica o pseudoconica più o meno distanziati tra di loro (in alcuni casi come il medusae molto legati alla quantità di luce che ricevono) e collegati tra di loro da un rizoma simile a delle piccole corde e con una o due foglie (Africa e Madagascar) carnose e con una varia gamma di forme. Le dimensioni della pianta e di fiori fantastici e molto particolari hanno sempre attirato molti appassionati coltivatori.

I fiori sono solitamente di breve durata e sono occasionalmente fragranti il che può essere più o meno piacevole in quanto i fiori in genere sono altamente specializzati per attrarre specifici insetti impollinatori e molti hanno un forte odore pungente e poco piacevole per attrarre principalmente mosche, altri hanno invece un piacevole e dolce profumo fruttato in moda da attirare i moscerini e piccole vespe. Tutti hanno un labbro incernierato e di conseguenza mobile che aiuta nell’impollinazione, l’impollinatore atterra sul labbro, che s’inclina e fa ricadere l’impollinatore nella pollina appiccicosa.

Alcune specie comunemente coltivate sono: Bulbophyllum dearei, echinolabium, falcatum, fascinator, flabellum-veneris, guttalatum, lasiochilum, lobbii, longissimum, makoyanum, medusae e putidum. Molto belli ed interessanti anche alcuni ibridi (non sono tantissimi gli ibridi di questa orchidea) e facciamo riferimento ad alcuni che sono particolarmente attraenti come il Bulbophyllum Wilbur Chang (Bulbophyllum echinolabium x Bulbophyllum carunculatum), Bulbophyllum Elizabeth Ann (Bulbophyllum longissimum x Bulbophyllum rothschildianum), Bulbophyllum Wilmar Galaxy Star (Bulbophyllum dearei x Bulbophyllum lobbii).

Questo è un genere enorme che si sviluppa con la sinonimia. Il numero effettivo di specie varia a seconda che siano inclusi o meno i generi strettamente correlati. Attualmente, la World Checklist di Monocotyledons riconosce solo Trias come un genere separato e comprende oltre 2800 specie in Bulbophyllum in continuo incremento dovuto a scoperte di nuove specie.

[/spb_text_block] [spb_column width=”1/3″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”90px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”8321″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophyllum echinolabium” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/3″ el_position=”first”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”8319″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophyllum blumei” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_text_block title=”Note di coltivazione” icon=”generalita” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

Poiché le specie di Bulbophyllum sono un gruppo di orchidee molto vario e ampio di conseguenza per la coltivazione è possibile dare solo delle informazioni generali senza entrare nel dettaglio di ogni singola specie. È opportuno che l’appassionato coltivatore di questa bella e interessante orchidea cerchi il più possibile informazioni sull’habitat, clima, ecc. relativi alla specie che vuole coltivare in modo da ottenere il miglior risultato possibile. Certamente un po’ alla volta sarà possibile pubblicare anche delle singole monografie relative alla coltivazione delle varie specie che gli appassionati coltivano ma non in questo articolo ma in un futuro (il che rende sempre più interessante la lettura della nostra rivista).

In genere sono considerati da moderati a difficili nella coltivazione in quanto richiedono un ambiente il più possibile controllato con un’alta umidità combinata con un buon movimento dell’aria, crescono meglio a livelli di luce moderati, ma non in ombra profonda e se ben coltivati, anche se la durata del fiore non è molto lunga, possono essere sempre in fiore per buona parte dell’anno con grandi soddisfazioni. Non sono in genere adatti come piante d’appartamento (alcuni anche per la puzza che emanano) e la maggior parte non prospererà a meno che non ricevano un adeguato movimento d’aria ed una umidità elevata cosa che in appartamento è difficilmente raggiungibile. La maggior parte di queste orchidee la coltivazione su zattera è ottimale in particolare quelle di piccole/medie dimensioni anche se possono essere coltivate in vaso o in cesto con substrato di corteccia piccola con aggiunta di sfagno o di muschio per mantenere umidità radicale. Teniamo presente che alcune specie di questo genere possono diventare anche molto grandi, ma la maggior parte sono epifite di piccole e medie dimensioni da foreste tropicali calde, umide, possono crescere ininterrottamente per tutto l’anno senza apparenti periodi di riposo se vengono tenuti al caldo. Non richiedono una eccessiva fertilizzazione nella coltivazione e devono essere tenuti umidi tutto il tempo anche se per alcuni il far asciugare leggermente il substrato può essere utile anche se non vanno in riposo. Possono tollerare la secchezza radicale per brevi periodi, ma la maggioranza hanno apparati radicali fini che richiedono sempre condizioni umide.

Le piante producono generalmente radici molto fini che possono essere facilmente danneggiate se non si trattano con particolare riguardo, soprattutto durante i rinvasi dato che un po’ tutte reagiscono male al disturbo radicale, per cui i rinvasi devono essere accurati e distanziati nel tempo.

La maggior parte non può tollerare il freddo e soprattutto il congelamento.

A causa delle origini molto diverse si possono avere necessità di coltivazione molto diverse, ma che hanno alcuni punti in comune che vengono dettagliate sotto.

[/spb_text_block] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Habitat” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/2″ el_position=”first”]

Prevalentemente tropicale o subtropicale, sebbene la gamma possa estendersi in regioni temperate. Alcune decine di specie si trovano nel Nuovo Mondo (Sud e Centro America e nei Caraibi). Diverse centinaia di specie si trovano nell’Africa equatoriale e nell’isola del Madagascar. La maggior parte delle specie si trova in Asia; che vanno dai piedi dell’Himalaya (2500 m) in Indocina, giù attraverso il sud-est asiatico, la Malesia, le Filippine, l’Indonesia (in particolare Java, Borneo, Sumatra, Sulawesii), Nuova Guinea, Australia e Nuova Zelanda. Si ritiene che l’isola della Nuova Guinea, che ha almeno 600 specie, sia il punto di diffusione del genere.

[/spb_text_block] [spb_column width=”1/2″ el_position=”last”] [spb_single_image image=”8317″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophillum lepidum” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/2″ el_position=”first”] [spb_single_image image=”8316″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophillum bufordiense” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_text_block title=”Temperatura” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/2″ el_position=”last”]

La maggioranza gradisce temperature temperate calde ideale di giorno è da 20°-30 C, mentre la temperatura notturna ideale è 16-18 C. Mentre quelli di alta quota gradiscono temperature leggermente più basse, con temperature invernali intorno ai 12°-13°C notturni. Gli estremi di temperatura occasionali sono tollerati se l’esposizione non è prolungata.

[/spb_text_block] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Luce” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Mediamente una luce come per le Phalaenopsis è sufficiente anche se per alcune specie è opportuna una luminosità leggermente più alta per altre più bassa, una luminosità tra i 10000 e i 20000 lux si può considerare una media abbastanza valida per tutte le specie. Può prendere un po’ di sole al mattino presto, ma richiederà ombreggiature nelle ore più calde della giornata soprattutto per quelli a radice molto fine.

Se si usa l’illuminazione artificiale è opportuno che le lampade siano posizionate in alto, in modo che la luce provenga dall’alto e non frontalmente o lateralmente.

[/spb_text_block] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Umidita’” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/2″ el_position=”first”]

Hanno necessità di aria umida, un minimo del 60-70% di umidità se coltivati in vaso o in cesto mentre se coltivati su zattera hanno necessità di umidità molto più alta mediamente 80% o anche più per alcune specie. Una regola generale è legata alla temperatura, più la temperatura è alta più umidità è necessaria. Una buona ventilazione è sempre necessaria al fine di evitare la formazione di eventi dannosi quali fungosi che potrebbero danneggiare le piante.

[/spb_text_block] [spb_column width=”1/3″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”8318″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophyllim propinquum” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/3″ el_position=”first”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”8320″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophyllum claptonense” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_text_block title=”Acqua” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”2/3″ el_position=”last”]

Alcuni crescono meglio se il substrato di coltivazione si asciuga leggermente tra le varie bagnature (quelli che provengono da zone con un habitat di tipo monsonico) ed è in questo caso bagnare molto nel periodo vegetativo e ridurre nel periodo invernale, altri richiedono invece un substrato sempre leggermente umido anche nel periodo invernale anche se è opportuno ridurre leggermente le irrigazioni se la temperatura non è alta. L’acqua per bagnare deve essere leggera e con poco contenuto di calcare e di sali, nel caso è opportuno utilizzare acqua piovana o demineralizzata per osmosi con aggiunta di piccole dosi di fertilizzante o di acqua riposata dell’acquedotto in modo da stare tra i 150 µS e i 220 µS.

E’ opportuno periodicamente fare un lavaggio del substrato o della zattera con sola acqua demineralizzata per osmosi o acqua piovana in modo da eliminare l’accumulo di Sali minerali nel substrato che può danneggiare le radici.

[/spb_text_block] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Fertilizzazioni” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/2″ el_position=”first”]

Un fertilizzante equilibrato è ottimo e gradiscono anche del fertilizzante organico quale può essere un fertilizzante a base di alghe o di pesce. In tutti i casi è sempre opportuno utilizzare una dose molto ridotta di fertilizzante. Essendo di base orchidee a radici sottili bisogna stare molto attenti alle fertilizzazioni in modo da non eccedere con il rischio reale di bruciare le radici. Anche in questo caso è opportuno non superare i 200 µS 220 µS.

[/spb_text_block] [spb_column width=”1/2″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”8322″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophyllum bicolor” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/3″ el_position=”first”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”8323″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Bulbophyllum phalaenopsis” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_text_block title=”Media e rinvaso” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/2″ el_position=”last”]

Ideale è una coltivazione su zattera che non richiede rinvasi ma solo eventuali integrazioni. Se coltivati in vaso il rinvaso è opportuno che venga fatto ogni tre/quattro anni all’inizio della fase vegetativa con un substrato ben drenante di corteccia piccola o media con aggiunta di un poco di sfagno o di muschio a seconda dell’umidità ambientale e dalla necessità della pianta stando attenti a non danneggiare eccessivamente le radici…

[/spb_text_block] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

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