Le orchidee sono piante acidofile, preferiscono cioè un pH tra il 5 e il 6, valore di acidità che si riscontra nelle acque piovane. Fusione di due parti diverse ad esempio le foglie fuse con lo stelo. Parte maschile del fiore che contiene il polline, la sua parte basale è lo stame. Rilievo a punta corto e acuto Vedi Autoimpollinazione. Viene solitamente riferito al termine di una parte quale foglie, petali e simili che abbiano l’apice a punta. Termine inglese equivalente all’italiano Gruppo (vedi). Sigla di American Orchids Society la più grande e più importante associazione di orchidofili del mondo. Portamento della pianta la cui crescita si rivolge verso l’alto. Vedi Autoimpollinazione. Capacità delle piante di adattarsi alla mutazione del sistema ecologico in cui crescono tramite trasformazioni strutturali e organiche finalizzate alla sopravvivenza e alla moltiplicazione della specie. Detto di foglia senza picciolo che cresce dallo stelo abbracciandolo completamente. La parte terminale di qualcosa (foglia, stelo, ecc.). Lobo che ha la forma di orecchio. Pianta che si impollina con il proprio seme, le piante nate da questi semi sono del tutto simili alla pianta madre. Vaso di vetro a forma conica nel quale viene messo un substrato atto a favorire la germogliazione e la crescita dei semi o dei meristemi di orchidea. Stelo portante due foglie. Riferito al suolo ricco di Calcio. Il frutto delle orchidee è fatto di capsule più o meno ovali-oblunghe chiuse da diverse suture che si apriranno a maturazione liberando i semi. Infiorescenza a fiori alternati su ramo a zigzag. A forma di clava, in genere riferito agli pseudobulbi a ai pollinia. Tipica delle orchidee, è la fusione tra stame e stilo all’apice della quale ci sono lo stigma, il rostello, lo scutello e i pollinia. Usato per quelle foglie dalla consistenza simile a cuoio. Termine internazionale composto dalle parole coltura e varietà, è utilizzato per indicare selezioni fatte da coltivatori di specie botaniche e ibridi, in genere viene utilizzato il più comune termine varietà (var.). Serie di sepali che svolgono la funzione di proteggere la gemma florale prima che sbocci; insieme con la corolla (vedi) forma il perianzio (vedi). Piccolo stelo attaccato al rostello (vedi) che unisce il retinacolo (vedi) alla massa pollinica. Fornito di ciglia o di peluria sottile. Parte della colonna portante l’antera. Specie diverse appartenenti allo stesso genere. Infiorescenza ad ombrella apparente in quanto i fiori non nascono tutti all’apice dello stelo fiorifero, ma lungo lo stesso stelo. Dal latino caput = testa, si usa per parti, come le infiorescenze, che crescono in cima a uno stelo. Fusto delle piante erbacee. Sigla di Convention on International Trade in Engagered Species, organismo internazionale posto a tutela delle specie animali e vegetali in pericolo di estinzione. Tutte le orchidee botaniche del mondo sono nella lista delle specie protette dal CITES. Pianta nata per separazione da gemme di una stessa pianta, vedi anche Meristema. La fusione di due parti uguali ad esempio un petalo con un altro. Serie di petali; con il calice (vedi) forma il perianzio (vedi). Con curvatura rivolta sia in basso che in alto. Margine di foglie o fiori con minuti denti o zigrinato Frutto ad apertura spontanea per la liberazione dei semi. Detto di un organismo (solitamente un fungo) che trae il proprio nutrimento da un’altro organismo. Termine latino usato per indicare pianta con foglie sovrapposte in sequenza nella direzione di crescita. Suddivisione ad alto livello delle specie, per esempio le orchidee appartengono alla Famiglia delle Orchidaceae. Raggruppato a fascio Avente margine sfrangiato o peloso. Fiore a campanula con i sepali e i petali fusi tra loro (vedi Galea) Fusione degli organi di riproduzione, vedi anche Colonna. Parte a forma sferica. n botanica viene usato per riferirsi a generi diversi ma dalle uguali caratteristiche o dall’ uguale habitat di crescita, quindi non necessariamente appartenenti ad un raggruppamento botanico di classificazione. Pianta originatasi da una specie impollinata da una diversa specie; ciò avviene sia in natura che per l’intervento dell’uomo che può creare ibridi di diversi livelli di incrocio. Unione tra polline e ovario che causa il formarsi dei semi. Porzione inferiore del labello (vedi). Dicesi di organo ripiegato o sovrapposto su se stesso. L’insieme dello stelo fiorifero e dei fiori. Si dice di fiore che abbia solo la parte femminile o maschile. Segmento di uno stelo che intercorre fra un nodo e il successivo. (O chechi) Piccola pianta che nasce direttamente sugli pseudobulbi degli anni precedenti come nei Dendrobium e che, dopo che le radici si siano sviluppate, può essere utilizzata per la propagazione di nuove piante. Nelle orchidee è il petalo inferiore che nell’evoluzione ha cambiato forma ed è diventato una lingua dalla forma e dai colori diversi rispetto ai petali e la cui funzione è il richiamo e il sostegno dell’insetto impollinatore. Usato come riferimento a parti della pianta (in genere le foglie) di forma stretta e oblunga terminante a punta. Pianta che cresce tra i detriti che si accumulano tra le spaccature delle rocce e sui pendii rocciosi anche molto scoscesi. Protuberanza che si forma nei fiori di orchidea per la fusione dei sepali laterali con la colonna. Dicesi di terreno con moderato contenuto di sostanze nutritive. Orchidea la cui crescita si sviluppa in un’unica direzione e che emette radici e nuove piante dal fusto. Piccola parte di tessuto che mantiene la capacità di creare nuove cellule; i meristemi si ottengono dalla suddivisione in minutissime porzioni di una gemma ognuno dei quali genererà una nuova pianta, è un comune metodo di propagazione usato dai coltivatori. Relazione a scopo nutrizionale tra un fungo e le radici o i semi di un’altra pianta. Riferito a un genere che ha una sola specie. La porzione mediana della colonna di alcune orchidee. Piccola area dalle caratteristiche climatiche e ambientali diverse da quella tipica nella quale è compresa. Coperto di mucillagine, sostanza più o meno viscida prodotta dalla stessa pianta o da marcescenza Organo atto a secernere liquidi zuccherini. Può venire usato invece di sistematica di cui è un sinonimo. Dicesi di terreno con poche sostanze nutritive. Parte genetica femminile del fiore che contiene gli ovuli che generano i semi, nelle orchidee l’ovario è contenuto nella colonna. Generalmente riferito a infiorescenze con fiori densamente ammassati a formare una pannocchia. Piccolo stelo che unisce il fiore all’infiorescenza Si dice di fiore che abbia entrambe le parti maschili e femminili. Materiale composto da minerale espanso (in genere da argilla) a forma sferica usato per il fondo dei vasi per favorire il drenaggio dell’acqua e mischiato con il substrato per facilitare l’areazione tra le radici. In genere riferito alle foglie letteralmente significa pieghettato, indica il tipo di foglie che sono ripiegate al centro Grani di polline riuniti in 2, 4, 6 o 8 masse quasi sempre cerose, piriformi, discoidali o globose; durante l’impollinazione vengono trasportate come fossero un’unica entità. Ricoperto di fine peluria. Proiezione arrotondata o protuberanza di una cella epidermica. Lo stelo basale di una infiorescenza. L’insieme dei sepali e dei petali; in certe orchidee (Masdevallia) si fondono a formare un unico calice. I due segmenti laterali dei fiori di orchidea, il terzo petalo inferiore si è trasformato in labello. Che ha più di una forma; alcune orchidee hanno il fiore femminile di forma diversa da quello maschile come nel genere Catasetum. Portamento della pianta la cui crescita è piana. Foglia con le nervature parallele dalla base all’apice. Foglia con nervature che si diramano da un asse centrale in opposte direzioni. Perianzio (vedi) non differenziato in calice e corolla; le foglie che lo compongono sono dette tepali. Misura dell’acidità. Una mistura liquida con un pH di 1 è altamente acida, una con pH 13 è altamente alcalina e una con pH 6,5 è neutra; le orchidee sono piante acidofile e vanno annaffiate con acqua il cui pH non sia superiore a un valore di 6, valore che si riscontra nelle acque piovane. Grani microscopici di materiale genetico maschile che unito agli ovuli contenuti nell’ovario formano i semi. Porzione di uno stelo variamente ingrossata contenente una riserva idrica e nutritiva utilizzata in periodi di scarsa umidità. Parte dell’infiorescenza sopra il peduncolo sostenente i fiori. Si dice di foglia dai colori verde chiaro e verde scuro distribuiti sulla faccia a formare una rete. Incavato o dentellato all’apice. Prolungamento a forma di becco del ginostemio (vedi Colonna) che impedisce l’autoimpollinazione. Stelo fiorifero che nasce direttamente dalla foglia tipico del genere Pleurothallis. Massa gelatinosa che permette al polline di restare attaccato agli insetti impollinatori. Sigla della Royal Horticultural Society associazione inglese di orchidofilia. Riferito a quei fiori di orchidea che durante lo sviluppo si torcono di 180 gradi in modo che il labello risulti rivolto all’insù tipico del genere Prosthechea. Foglia con nervature a forma di rete. Parte finale dello stigma che porta i pollinia e che generalmente è protetto dallo scutello. Detto di pianta che trae nutrimento da materiale organico in fase di decadimento con l’aiuto di funghi simbiotici; generalmente queste piante sono prive di foglie e non hanno clorofilla. Sono la corrispondenza esterna dei petali del fiore insieme ai quali formano il perianzio Relazione tra due organismi dalla quale entrambe le specie ricavano benefici. Livello di classificazione che separa soggetti di una stessa specie che hanno differenze tali da non richiedere una specie propria; queste differenze possono essere determinate da adattamento ad ambienti ecologici o microclimi diversi da quello tipico della specie. In latino = specchio. Parte colorata e traslucida del labello di alcune specie di orchidee soprattutto a quelle appartenenti al genere Ophrys. Parte basale dell’organo maschile di un fiore; nelle orchidee è fuso con le antere e lo stilo a formare la colonna che porta al suo apice lo scutello, il rostello e i pollinia. Parte femminile del fiore alla base del quale c’è l’ovario con gli ovuli per la generazione dei semi e che nelle orchidee è fuso con lo stame a formare la colonna. Infiorescenza che cresce direttamente dalla base degli pseudobulbi. Foglia che si unisce allo stelo senza picciolo. Orchidea la cui crescita si rinnova tutti gli anni con la formazione di nuovi rami direttamente dalle radici. Unità botanica di base utilizzata per la classificazione; il nome specifico deve essere obbligatoriamente preceduto dal nome del genere. Estensione tubolare del labello o di altra parte del fiore atta a contenere liquidi zuccherini per il richiamo degli insetti impollinatori tipico del gruppo degli Angrecoidi Stame a forma di piccolo scudo senza antera e sterile dietro al quale sono posti i pollinia tipico dei generi Paphiopedilum e Phragmipedium. Materiale composito e con buona capacità drenante usato per mettere a dimora le orchidee. Sorta di cappuccio mobile che si trova all’apice della colonna; al suo interno custodisce i granelli di polline riuniti in masse chiamate pollinia. Tipo di muschio che cresce in zone umide e che si raccoglie per poterlo utilizzare come componente del substrato. In genere riferito al sistema di classificazione delle specie creato da Linneo e basato su nomi latini o termini greci latinizzati. Un singolo soggetto. In orticoltura è in genere riferito a piante di particolare bellezza e forma. Infiorescenza i cui fiori senza pedicello crescono alternati sul ramo. Nei fiori di orchidea è la parte della colonna che riceve il polline perché possa effettuarsi l’impollinazione. Termine tecnico che ha lo stesso significato di sistematica (vedi). Riferito generalmente alle foglie, indica la forma cilindrica simile a quelle delle aghifoglie. Livello di raggruppamento nella classificazione delle specie, si pone al di sotto della Famiglia e raggruppa diversi Generi. In sistematica sono le tavole di classificazione delle specie basate su confronti tra due alternative. Pianta che cresce nel suolo terroso. A tre lobi; in genere si riferisce alla forma assunta dal labello in alcune specie. Ciascuna delle foglie che costituiscono il perigonio (vedi). La specie tipo è la prima che ha determinato la creazione del proprio genere, tutte le specie successivamente attribuite a quel genere devono necessariamente avere le stesse caratteristiche botaniche della specie tipo. Parte in rilievo generalmente posta alla base del labello di varia forma che obbliga l’insetto impollinatore a movimenti atti a staccare lo scutello e raccogliere il polline. Infiorescenza i cui pedicelli nascono da uno stesso punto. Stelo portante una sola foglia. Guaina di cui sono ricoperte le radici delle orchidee che assorbono dall’aria sia l’acqua che il nutrimento necessario alla pianta per crescere. Portamento della pianta la cui crescita è irregolare simile a quello di una liana tipico del genere Vanilla. Parte della struttura del fiore di orchidea dato dall’unione dei sepali (verticillo esterno) o dei petali (vertivillo interno). Piccola parte del rostello connesso ai pollinia. Pezzo di corteccia sul quale si possono coltivare alcune specie epifite ricreando una condizione simile a quella che si trova in natura.Acidofilo
Adnato
Antera
Apiculo
Autofecondazione
Acuminato
Alliance
AOS
Ascendente
Autogamia
Adattamento
Amplessicaule
Apice
Auricolato
Autoimpollinazione
Beuta
Bifogliato
Calcareo
Capsula
Cicinno
Claviforme
Colonna
Coriaceo
Cultivar
Calice
Caudicola
Cigliato
Clinandrio
Congenere
Corimbo
Capitato
Caule
CITES
Clone
Connato
Corolla
Deflesso
Denticolato
Deiscente
Endotrofico
Equitant
Famiglia
Fascicolato
Fimbriato
Gamosepalo
Ginostemio
Globoso
Gruppo
Ibrido
Impollinazione
Ipochilo
Imbricato
Infiorescenza
Imperfetto
Internodo
Keiki
Labello
Lanceolato
Litofita
Mentum
Mesotrofico
Monopodiale
Meristema
Micorriza
Monotipico
Mesochilo
Microclima
Mucillaginoso
Nettario
Nomenclatura
Oligotrofico
Ovario
Panicolato
Pedicello
Perfetto
Perlite
Plicato
Pollinia
Pubescente
Papilla
Peduncolo
Perianzio
Petalo
Polimorfico
Prostrato
Parallelinervia
Penninervia
Perigonio
pH
Polline
Pseudobulbo
Rachide
Reticolata
Retuso
Rostro
Ramicaule
Retinacolo
RHS
Resupinato
Retinervia
Rostello
Saprofita
Sepalo
Simbiosi
Sottospecie
Speculum
Stame
Stilo
Scapo
Sessile
Simpodiale
Specie
Sperone
Staminode
Substrato
Scutello
Sfagno
Sistematica
Specimen
Spiga
Stigma
Tassonomia
Terete
Tribù
Tavole dicotomiche
Terrestre
Trilobato
Tepalo
Tipo
Tubercolo
Umbellato
Unifogliato
Velamen
Nelle orchidee le foglie servono unicamente alla sintesi clorofilliana.Volubile
Verticillo
Viscidium
Zattera